2014-02-11

Alan Friedman, l'Ollio dei giornalisti americani tanto amato in Italia, e i marchettoni in tv per promuovere il suo libro di "rivelazioni shock"

Tutta la vicenda su Napolitano e il governo Monti è triste e ridicola insieme.
Triste perché nel rotolio degli eventi di una situazione italiana sempre allo sbando ci si occupa futilmente di cose ormai superate, ridicola in quanto all'epoca tutti plaudivano smaccatamente Monti. Persino coloro che, valutando l'estrazione culturale e la provenienza ideologica sua e dei suoi ministri, erano maggiormente scettici, speravano in una migliore riuscita del suo governo. Rispetto a Berlusconi non poteva che brillare. La delusione per gli esiti è stata bruciante. Quantunque ora si enfatizzi il fatto che ci avrebbe salvato dal "baratro" resta la convinzione che la sua venuta ci abbia posto in una situazione di democrazia sospesa. Lo si sapeva già allora come si sapeva che Napolitano stava forzando il suo ruolo presidenziale assumendosi la supplenza di un parlamento e un ceto politico inane.
E allora dove è la notiziona dell'Ollio dei giornalisti americani che deve sponsorizzare le vendite del suo libro?
Forse qualcuno dubita del fatto che vi sia un intreccio di rapporti (che comprendono connivenze ed interessi convergenti del tutto opachi) tra ambienti giornalistici, banchieri, politici, imprenditori, personaggi influenti più o meno pubblici riuniti in cordate talvolta opposte talaltra sinergiche?
Se così non fosse stato - e non fosse! - non saremmo qui a lamentarci continuamente per la fine della democrazia o quantomeno di quella che speravamo potesse essere la "democrazia".
Se non altro saremmo liberi di tornare ad elezioni senza la paura del massacro dei "mercati" saldamente in mano ad una banda ristretta di individui che fanno il bello ed il cattivo tempo nell'economia internazionale e stanno portandoci collettivamente al macello.



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