2013-03-04

Chiacchiere e fatti per ridurre le disuguaglianze economiche


In Italia solo chiacchiere. In Svizzera un referendum riduce i superstipendi. (Svizzera: un referendum vinto e un altro in arrivo contro le disuguaglianze economiche)
Anche gli svizzeri sono incazzati, benché i motivi per esserlo siano decisamente minori dei nostri. Però qualcosa fanno. Subito.
Gli italiani invece sono ostaggio di un sistema politico e di procedure elettorali che impediscono qualsiasi rinnovamento.
Pur avendo, in stragrande maggioranza, chiaramente espresso la volontà di un radicale cambiamento, sono in stallo istituzionale.
Lo stallo, nel gioco degli scacchi, si ha quando il re pur non essendo in scacco matto, è costretto a muoversi, ma non può perché comunque finirebbe sotto scacco avversario. La partita in tal caso è considerata patta. Parità insomma anche se uno dei due contendenti è nettamente in vantaggio. Spesso a condurre a questo risultato è un errore del più forte e/o una astuzia del più debole.
Berlusconi ha puntato ovviamente a questo risultato e lo ha ottenuto, complice la legge elettorale "porcata" - una vera truffa comunque, per quel che riguarda la nomina dei senatori, ma anche nell'assegnazione di un numero esorbitante di deputati al partito o alla coalizione che ottiene una pur risicata maggioranza di voti. Solo chi non voleva capire (e quanti sono stati!) si cullava nell'illusione di una corposa vittoria di Bersani.
Ora qualcuno pretende dal M5s che tiri fuori le castagne dal fuoco a chi non ha saputo e voluto cambiare in tempo regole tanto truffaldine.
Perché dovrebbe? Per suicidarsi nella culla appena nato? Basta che non si agiti e saranno gli altri a a stringersi il cappio intorno al collo.
Il vero dramma in tutto ciò è che a prenderlo in quel posto sono e saranno sempre più gli italiani. Noi insomma. Evviva!


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