2013-01-10

Il "giudichesse femministe e comuniste" anche da Santoro

Cerco di parlare il meno possibile del Berlusque ché intanto ci pensano i giornali e soprattutto le TV (sue e pubbliche) a fargli campagna elettorale. L'occupazione dei palinsesti non potrebbe essere più completa. Persino Santoro e Travaglio stasera lavoreranno per il venditore di fumo. Uno spettacolo indecoroso mentre Bersani potrebbero cercarlo a Chi l'ha visto.
La televisione, piaccia o non piaccia, resta lo strumento principale di (dis)informazione per la stragrande maggioranza degli italiani privi di tempo, di voglia e di memoria per una migliore informazione. "Le genti del bel paese là dove 'l sì suona" leggono poco e si lasciano abbindolare dalle raffiche di baggianate accumulate alla velocità del suono dal piazzista di Arcore. Stavolta sarà meno facile che in passato, ma il vecchio trucco di dire tutto ed il contrario di tutto accumulando dati e cose disparate incurante della verità e della logica, senza lasciar spazio a nessuna replica, continua ad aver presa su un certo elettorato. Resta nel tourbillon di bugie qualche scandita e assurda promessa di pagar meno tasse, e tanto basta.
Silenziarlo sarebbe la cosa giusta da fare. Esattamente il contrario di quanto stanno facendo i media.
Persino le "giudichesse femministe e comuniste" - tirate in ballo sulla storia dei duecentomila euro giornalieri condannato a pagare all'ex moglie - fanno il suo gioco chiedendo di evitare "ogni espressione di dileggio" quasi che l'essere comunista, e soprattutto femminista, fosse vero, sia un dispregio.
Stasera da Santoro c'è da aspettarsi la sceneggiata del "me ne vado". Comunque, qualsiasi cosa accada, alla fine tutto si tradurrà in un altri punti a suo favore agli occhi miopi dei suoi elettori per una volta sintonizzati sulla trasmissione "nemica".
Continuiamo a farci del male.
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