2011-11-10

Il cavaliere non vuole andarsene, se ne fotte dello spread e resta lì finché può. Per l'Italia siamo al punto di non ritorno

Napolitano ha nominato Monti senatore a vita. Ora è pronto per diventare  presidente del consiglio.

Niente da fare. Berlusconi tira in lungo. L'Italia agonizza e "lui" se ne frega. Prima di tutto vengono i suoi interessi personali.
Per questo non ho esultato all'annuncio del mezzo passo indietro.
Che Berlusconi debba mollare è nei fatti, ma il berlusconismo in salsa leghista, quello che davvero ha messo in ginocchio l'Italia, anche indipendentemente dalla crisi economica, resta.
Non si cancellano con un colpo di spugna malgoverno, malaffare, arroganza, volgarità e stupidità di un ceto politico consolidato da anni al potere.
Non si inventa dall'oggi al domani un nuovo governo con vecchi arnesi di una inconsistente opposizione fatta di uomini e idee incompatibili tra loro.
L'unica via d'uscita, come si sapeva da tempo, è un governo di "tecnici", un governo insomma che tiri fuori le castagno dal fuoco a tutti i "politici" prendendo al posto loro decisioni impopolari che non potrebbero mai prendere se vogliono voti alle elezioni.
Questo il senso di un governo Monti - uomo dell'apparato europeo - e di un ultimo, forse ormai inutile, tentativo di mantenere l'Italia nel "giro" dell'Europa.
Che sia un bene o un male è tutto da vedere.
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