2011-10-01

Non indignatevi soltanto. Incazzatevi con i commercianti disonesti che aumentano i prezzi a capocchia

L'Iva è passata dal 20 al 21 per cento. Aumenta il prezzo di detersivi, giocattoli, tv, ma anche auto, moto, abbigliamento, scarpe, computer, vino, cioccolato, calzature e altri servizi.
Bene, anzi male. Comunque si tratta di un aumento che, sul singolo articolo, non dovreste sentire troppo.
Se il vostro barista, con la scusa dell'Iva, vi alza il prezzo della tazzina di caffè di 10 centesimi è un ladro. Incazzatevi.
Perché? Per 10 centesimi non ne vale la pena.
Ci fotte la paura di sembrare miserabili, ma i veri miserabili sono coloro che ci fregano in continuazione contando sulla nostra condiscendenza.
È su queste piccole cose moltiplicate per dieci, cento, mille e sulla nostra incapacità di reazione che si è realizzata una ridistribuzione dei redditi a favore dei disonesti, in particolare nel momento in cui l'euro ha sostituito la lira. Ricordate? I prezzi sono raddoppiati, ma gli stipendi dei lavoratori dipendenti sono rimasti quelli di prima.
Ora si rischia qualche cosa di simile, anche se in scala minore. (Vedere L’Iva sale di 1 punto, i prezzi anche del 7%, Corriere)
Per ogni euro di valore di un prodotto, con l'Iva al 20 per cento, si pagava un euro e venti. Ora, con l'Iva al 21 per cento, la differenza è di un centesimo per ogni euro di valore di base del prodotto. Non è che si aggiunge al prezzo, comprensivo della vecchia Iva, la nuova Iva.
Chi su un euro di valore di base di un prodotto arrotonda l'aumento, ad esempio, a uno e trenta compie una vera e propria truffa.

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