2010-07-15

Pavia: politica, 'ndrangheta e comitati d'affari. Soldi facili per per chi ci sta.

Abelli e Chiriaco

ABELLI "Scritta la parola fine alla brutta immagine del Comune"

Questo scriveva nel 2009 Giancarlo Abelli sul sito del PdL quando i Filippi, complice la stupidità di chi governava la città, fecero cadere la giunta municipale.
Evidentemente anche per lui "a sua insaputa" la moglie accumulava milioni su conti esteri e Chiriaco gli offriva aiuti illeciti e voti per una traballante rielezione.

...e infatti

LA PIOVRA A PAVIA
Incroci pericolosi, le mani sulla politica.
La 'cupola' promette voti per Regionali e Comunali. La mediazione di Chiriaco Asl, l’intervento sul funzionario per aiutare Filippi. Tra gli 'affari' un’iniziativa edilizia nell’area Enel di viale Damiano Chiesa.
Intercettati anche dialoghi con l’assessore Trivi


«Carlo Chiriaco non partecipa alla vita di una locale, a summit mafiosi, non occulta armi clandestine, non è un delinquente comune con qualche amicizia pericolosa. Egli è in contatto costante con membri del sodalizio coi quali, dalla propria privilegiata posizione, intesse rapporti di reciproco interesse rendendo possibile la devastante penetrazione del sodalizio nel tessuto economico, politico e amministrativo pavese». E’ uno dei passaggi chiave dell’ordinanza firmata dal giudice per l’indagine preliminare Andrea Ghinetti. Eccone alcuni altri.

Comunali 2009. Gli inquirenti riferiscono di una conversazione telefonica avvenuta la sera del 13 giugno (popo dopo le elezioni comunali di Pavia) tra Carlo Chiriaco e il consigliere Pdl Dante Labate: «I due discutono del fatto che Giovanni Alpeggiani abbia pagato la somma di 10mila euro al medico Davide Pasotti (ex consigliere comunale di Forza Italia, ndr) e la somma di 5mila euro a Mimmo Galeppi (dirigente della Uil, ndr). «Chiriaco - prosegue il Gip - riferisce di aver pagato anche lui 2mila euro a Galeppi e di aver avuto in cambio dei voti».

Le Regionali 2010. Il giudice sottolinea come Cosimo Barranca (capo della locale di Milano) e Pino Neri (capo di quella di Pavia) avessero promesso di convogliare un certo numero di voti a favore di due candidati alle elezioni regionali lombarde, Giancarlo Abelli e Angelo Giammario, «ciò è avvenuto attraverso la “ mediazione” di Carlo Chiriaco». In precedenza Chiriaco aveva cercato di garantirsi l’appoggio di Dante Labate per la candidatura di Rosanna Gariboldi (moglie di Abelli) alla Regione Lombardia, candidatura poi sfumata a causa dell’arresto, patteggiamento e risarcimento danni di 1,2 milioni di euro.

Filippi si infuria. Luca Filippi, titolare di un locale pubblico nell’agosto del 2009 chiama Chiriaco: «... mi hai rotto i c.... tutti i giorni mi mandi l’Asl!» (dice di aver già subito 4 controlli). Gli investigatori registrano l’immediato intervento di Chiriaco che chiama un funzionario: «... Gigi ascolta... oggi quelli che devono andare lì... gli dici di andare con molta morbidezza... il problema è anche di carattere politico.... Nel limite della decenza...».
Un’operazione colossale. L’espressione è di Chiriaco che segnala l’opportunità di un’iniziativa urbanistica legata all’area Enel di viale Damiano Chiesa. Un’iniziativa da concludere con un suo amico, l’architetto Franco Varini di Mortara, noto esponente del Pdl. Il 10 aprile scorso l’architetto Varini e Carlo Chiriaco vengono intercettati. Il mortarese affermava di aver già fissato il prezzo dell’immobile con l’Enel (5 milioni di euro). L’operazione, secondo i magistrati, avrebbe coinvolto anche l’a ssessore Pietro Trivi e il presidente della commissione Territorio Labate. Chiriaco e Varini avrebbero pensato di proporre a Labate una “provvigione” pari al 20%, funzionale al suo intervento.

Ritorsioni coi nemici. Dalle intercettazioni, secondo gli inquirenti, emergerebbe che Chiriaco approfitta dei propri poteri per sfavorire gli imprenditori a suo dire ostili ai suoi progetti. Tra questi spiccano Carmine Napolitano e Bruno Silvestrini.
«Al preciso intento di ostacolare le imprese nemiche - scrive il Gip - si accompagna la volontà di aiutare in ogni modo le imprese da considerarsi vicine agli interessi di Chiriaco, primo tra tutti il cugino Rodolfo Morabito a cui Chiriaco ha intenzione di affidare appalti pubblici, tra cui la ristrutturazione dell’ostello, come emerge dalla conversazione con l’assessore Pietro Trivi».

Chiriaco: Romeo (per l’ostello) non va bene perché in questo momento è sotto schiaffo, no?
Trivi: Perché?
Chiriaco: Eh, cazzo, c’è la Finanza...
Trivi: Ah, me l’hanno detto
Chiriaco:... ci ha la Finanza addosso e anche l’A ntimafia di Milano...
Trivi: urca!
Chiriaco: Ma dovete poi fare un bando?
Trivi:...non lo so com’è qua così, perché tra l’a ltro non è una cosa di mia competenza....
Chiriaco: Di chi è?
Trivi: Riguarderà l’assessorato ai giovani, cioè non riguarda il commercio.
Chiriaco:... e quindi...
Trivi: E chenneso, non ho capito perché han coinvolto me... credo Centinaio, piuttosto che Faldini.
Chiriaco: Vabbè, allora parlo con Faldini, eh? Se hanno coinvolto te che te ne fotte, tu coinvolgi gli altri e stacci dentro.

«Gli mando quelli di Platì così mettono una bomba»

PAVIA. Una bomba per far saltare il risorante La Cueva di via Brambilla. Carlo Chiriaco si dice, in un’intercettazione telefonica di febbraio del 2009, disposto a fare pure questo per “liberare” il locale e poterlo utilizzare come luogo di incontro per gli affiliati. Il direttore dell’Asl parla con una donna. Forse millanta, forse non è un’intenzione disposto davvero a mettere in pratica. Tuttavia, dice il giudice Andrea Ghinetti nell’ordinanza di custodia cautelare, il direttore dell’Asl sembra affermare che la questione della Cueva «possa essere trattata utilizzando un approccio di spiccato profilo mafioso». Queste le parole di Chiriaco. «Io andrei da questi qua a minacciarli... andatevene fuori dai coglioni, se no vi faccio saltare! Anzi, gli mandavo quelli di Platì...gli mettono una bomba! Dopo un mese, due mesi uno va e gli fa l’offerta per rilevare il locale, no? Ovviamente gli offre poco, se questo non capisce, un’altra bomba! In Calabria fanno così...sono primitivi, no gioia? Siamo primitivi? Mamma mia...».

«Greco farà lavorare Peppino per le strade»

PAVIA. Gli inquirenti intercettano il 17 giugno 2009 Luca Filippi e Carlo Chiriaco in auto che parlano del neo assessore ai Lavori pubblici:
Chiriaco Se lo sappiamo gestire abbiamo un bel sistema.
Filippi Adesso Greco bisogna un attimo inquadrare...
Chiriaco: Greco si farà i cazzi suoi e i suoi intrallazzini, farà lavorare Peppino Romeo per le strade, farà i cazzi suoi.
Filippi: Gli ha regalato il ristorante...
Chiriaco: Ufficialmente di Greco.
Filippi: Ho capito che non l’ha pagato lui... dove li trova i soldi.
Chiriaco: Lui non ha messo una lira, ho messo tutto io...
Filippi: Lo so che non ha una lira, è mio socio...
L’assessore Luigi Greco, ora, racconta di aver posseduto, all’apertura, il 33% delle quote del ristorante La Cueva e poi di aver acquisito la totale proprietà: «Che ho pagato totalmente con soldi miei e sottoscrivendo un mutuo bancario».

(da La Provincia pavese)
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