2006-03-10

Salviamo la democrazia

Totò con megafonoVota Antonio! Vota Antonio! Vota Antonio!

Facile profezia che i giochi sul faccia a faccia non erano finiti. Ora si propende per il si, ci sarà. Vedremo. Era pronto a farlo da solo il Cavaliere. Un faccia a faccia con se stesso, anche senza giornalisti. Lui è a suo agio col microfono in mano, a ruota libera come nelle televendite.
E di questo si tratta. Il prodotto da piazzare sono altri cinque anni di se stesso e la sua banda.
Ma sa anche di essere più telegenico del suo avversario e allora ha rinunciato allo spot finale in solitaria per farlo nero sul ring. Il match sicuramente è voluto dal suo spin doctor e temuto da quello di Prodi. Ora non sarà facile trovare altri validi motivi per sottrarsi. L’importante è che non si presenti come un pugile già suonato in partenza. Dovrebbe farsi dare un po’ della verve di Luxuria che non si è lasciata sopraffare dalla Mussolini del “meglio fascisti che froci”. Chissà che non vinca ai punti. La serata in vena la imbroccano anche i buoni parroci di campagna. In gioco ci sono gli indecisi, quel 20% di sciagurati che a votare per ora non ci pensano proprio. Tra loro molti, se andranno, voteranno come le altre volte, ma una parte potrebbe decidere all’ultimo momento dove mettere il segno proprio in base alle impressioni finali, all’immagine del candidato. I candidati in effetti questa volta sono due, i leader, che devono persuadere più elettori possibile di essere “il meglio”. Gli altri che sederanno in Parlamento sono stati già scelti d’ufficio dalle segreterie dei partiti. Viene voglia di cantare con Gaber “deemoocraaziaaa”. L’incognita dunque non sono i nomi di coloro che verranno eletti, ma le schede nulle. Potrebbero essere loro alla fine a determinare la differenza tra vincitori e vinti. Sul lenzuolo di 60 centimetri che ci rifileranno per votare non dovremo assolutamente esprimere preferenze, pena l’annullamento del voto. Frega più niente se la volontà dell’elettore è chiaramente espressa. In questo vuoto di politica dove chi partecipa con passione e intelligenza non se lo fila nessuno perché intanto conta zero viene da dire che hanno più ragione gli “sciagurati” che se ne fottono. Magari hanno capito più degli altri.
Tutte cose ben presenti all'apocalittico Umberto Eco. Sa che i giornali contano poco. Sono, come si dice, autoreferenziali. Non spostano un accidente di voto insomma, con buona pace del Corrierone che si prende tanto sul serio. Anche noi, fiero popolo del web, per ora non contiamo una cicca frusta. La televisiun la fa da padrun! Finirà è questione di tempo, finirà. Però questa volta è più che mai così. E allora sottoscriviamo il suo appello: salviamo la democrazia.
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